Presentazione romanzo "Un altro maggio altrove"

Pubblicato il 29 giugno 2020 • Associazioni , CulturaVia Ugo Foscolo, 33019 Tricesimo UD, Italia

Domenica 5 luglio 2020 alle ore 18, nella splendida cornice del parco di Villa Ciceri in via Ugo Foscolo a Tricesimo, Le Nuove Querce o.d.v. in collaborazione con Forum Editrice Universitaria Udinese e con il patrocinio del comune di Tricesimo presenteranno
UN ALTRO MAGGIO ALTROVE, romanzo di Marta Mauro.
Dialoga con l'autrice: Paolo Medeossi

E' gradita la prenotazione tramite pagina Facebook dell'associazione Le Nuove Querce.

 

MARTA MAURO
Marta Mauro è nata sull’Appennino toscano, ed é in mezzo a boschi di castagni, in un paese dove le case contadine odoravano di frutti, di formaggi e di muli; ha soggiornato nel medioevo padano di Matilde di Canossa, è diventata adulta attraversando ogni giorno la chiesa di Sant’Ambrogio a Milano. La natura e l’arte sono diventati i suoi compagni di vita. Ha avuto la fortuna di insegnare e di vivere gli entusiasmi e le inquietudini di generazioni di giovani e, con il compito di conservatore, ha allestito e diretto il museo etnografico di storia contadina di Fontanabona di Pagnacco. Alcuni suoi saggi sono presenti in Il paesaggio bene culturale integrale (2001); Turoldo e “Gli Ultimi” (2002); Niente come prima (2008). Con il circolo culturale Menocchio ha pubblicato nel 2001 "Come se dovessero acchiappare le farfalle al volo" e nel 2009 la prima edizione di questo volume. Nel 2015 è uscito per Forum il romanzo "Anna dei Rimedi".

 

UN ALTRO MAGGIO ALTROVE

La storia di Caterina inizia con un distacco, il primo di tanti: un matrimonio affrettato la porta dalla sua città, Mantova, a un paese del Friuli collinare, accolta dalla freddezza della nuova famiglia e circondata dalla diffidenza della gente. Insoddisfatta di una vita che si riduce alla cura dei figli e della casa, delusa dal legame con un uomo convenzionale, Caterina si sente come un uccello che non può volare. Così cerca un luogo del cuore tutto suo, dove eludere la quotidianità, le promesse fatte, il dovere, il ruolo... La Braida del Cjastinâr, quella che la famiglia del marito chiama la Casa Vecchia, sarà la sua dimora ideale. E accanto alla casa, più importante ancora, il giardino, che diverrà specchio della sua natura interiore: lì potrà coltivare i sogni e i desideri di ragazza che si ripropongono a ogni risveglio della natura, lì potrà riprendere fiato dalle sofferenze inflitte e patite nella drammatica lotta con il mondo, lì infine potrà raggiungere equilibrio e armonia. Nel suo continuo rinnovarsi - il cadere delle foglie, l'inerzia dell'inverno, lo schiudersi dei germogli - il giardino accompagnerà le stagioni della sua vita e, a ogni addio, Caterina saprà farlo rivivere a sua immagine, concedendosi di trovare un altro maggio altrove.